Premio letterario nazionale "GRIMOALDO I" – III edizione – 2017
...........................................................................................................................
DOMENICO RUGGIERO
HA CONSEGUITO DALLA GIURIA
IL PREMIO SPECIALE
PUBBLICAZIONE GRATUITA
DI UN VOLUME DI POESIE
Prefazione
E’ trascorso un ventennio da quando Domenico Ruggiero ha abbandonato quasi completamente la sua identità legata al suo ruolo sociale, professionale, ai suoi studi di carattere scientifico, matematico… - dando libero sfogo alle sue percezioni, all’immediatezza e alla purezza del suo sentimento, alla profondità delle sue visioni e del suo modo di essere.
Domenico non ha più parlato di affari, di invenzioni, di teoremi e di equazioni – ha cercato solo di comunicare i suoi messaggi con le metafore dei suoi versi. Ovvero si è rivelato come Poeta: la sua natura di poeta, dopo tanti anni di “incubazione”, è esplosa invadendo la sua personalità e il suo pensiero.
Ma, purtroppo, il poeta, con il suo meccanismo visivo, intellettivo e creativo non gestisce le immagini del reale per scopi personali. Egli non filtra né addomestica le Verità che sente e considera come tali! Il vero poeta, come Ruggiero, al di là di ogni classificazione, di ogni valutazione delle dimensioni e delle tonalità estetiche dei suoi versi, anzitutto è un uomo di coraggio. Il coraggio di accettare se stessi, la propria solitudine in un marasma di Verità – ma senza inficiarle con la menzogna. A tal proposito mi sento in dovere di citare alcune affermazioni di due intellettuali: “Nella lotta per l’idea sono spesso i poeti e gli artisti a pagare il contributo più pesante” (Maximov) - “Per essere creatori di opere poetiche bisogna essere dei pazzi o degli eroi” (Pierre Emmanuel).
Ruggiero, però, non è un pazzo né un eroe. Come i grandi uomini con un elevato sentimento sociale, egli è colui che vuole combattere la follia insita spesso nell’assurdità dell’esistenza umana: è solo un Poeta. Un poeta, che come tutti i veri poeti, ha una sua peculiare identità, sia sul piano stilistico, sia su quello relativo ai contenuti, ai significati dei suoi versi.
La connotazione più originale che ho trovato in lui, in questi venti anni di costante e attiva comunicazione culturale, è il suo impeto creativo che scorre come un fiume in piena – la sua ansia quasi spasmodica di comunicare, di donare i suoi messaggi senza alcuna sosta, sempre alla ricerca di nuovi significati, di nuove elaborazioni chiarificatrici e cariche di energia positiva. Questo di certo gli ha fatto trascurare una valutazione più mirata di quelle sue poesie che meriterebbero una maggiore attenzione…
Comunque, in riferimento a queste venti poesie, è bene fare una breve puntualizzazione. Nella sua attività poetica precedente ha dominato la velatura ironica di Domenico – che gli consentiva un certo distacco dalla realtà conflittuale, dall’assurdo dell’esistenza. In queste poesie prevale un rapporto più diretto con quello che è il dramma della vita in tutte le sue forme.
I temi più evidenti che affronta Domenico sono:
- Il problema ecologico – “…perché la natura vince sempre / contro le vendette, / le mostruosità, / contro i soprusi di ogni genere”. Questi versi risuonano come un monito contro le distorsioni mentali dell’uomo che non rispetta le leggi fondamentali della Natura.
- L’incomunicabilità e l’indifferenza - che ormai regnano sovrane nel nostro mondo sociale – “Visi anonimi di gente anonima, / ormai persi nelle vetrine rilucenti… Solamente i prezzi mercificati / sono d’interesse comune…”.
“Immaginifica fuga / di figure di cartone / che passano da un capitolo all’altro, / senza sostare tra i punti e le virgole”. - “Siamo spaziali… accordati al paracadute / in discesa libera… Siamo sistemi aperti all’ossigeno, / all’inverosimile, / per illudere i paradossi / nel tempo divenire.”
Ma il livello evolutivo piuttosto elevato di Ruggiero si riscontra nel dramma della sua Consapevolezza:
“Un uomo innamorato / smarrisce il suo destino. / Colpito da tempo, dall’amore / fugge lontano dal mondo / e le sue lacrime bagnano i confini della terra…”.
“Con le unghie / intrise di sangue / mi difendo dai clochard del fuoco / mentre la neve, questa utopia, / mi stringe le vene…”.
Domenico ha raggiunto ormai una visione di sé che si distingue dal volgo: “Sono uno scrittore… / ma di feconda lingua d’intelletto / e di spade affilate / dal sapore/sapere dell’anima. / Un giorno, / lo inserirono nell’antologia del nulla / e incominciò a balbettare frasi sconnesse, / che all’alba presero il volo…”.
Pertanto Domenico, ormai all’apice della sua visione unitaria della polarità egli elementi essenziali dell’esistenza, riconosce anche la sua stanchezza fisica e psichica: “Non ho più la forza / di correrti dietro / per respirare ansie e dispiaceri…”.
Ma, nonostante tutto egli non si arrende. Conclude ribadendo ancora con insistenza e determinazione la luce della sua Consapevolezza: “Non so quando finirà questa ricerca / che mi porta un po’ di qua e un po’ di là, / degenerando muscoli già flaccidi / che rincorrono un sogno che non si avvera mai.”
ROBERTO SICILIA