Il Messaggio Di Papa Francesco. La Forza Della Verità Sul Sentiero Della Vita

a cura di Michele Lasala

CITTA’ DEL VATICANO , 14 APRILE – Il messaggio espresso da Papa Francesco oggi durante la recita del Regina Coeli a una piazza gremita di fedeli (ottantamila, secondo quanto stimato dalla Gendarmeria vaticana) è stato un messaggio sì di speranza per tutti quei cristiani che ancora oggi sono barbaramente perseguitati, ma soprattutto è stato un invito a guardare in faccia la realtà, il presente, la quotidianità; dal momento che Cristo non è lontano, non è al di là del mondo, ma appartiene, al contrario, alla nostra stessa vita, appartiene inequivocabilmente alla nostra contemporaneità.

CRISTO COME ESPERIENZA DI VITA – Guardare a Cristo significa fare esperienza della vita, perché è da Cristo che deriva la conoscenza, la sapienza, l’amore per il mondo e per la propria persona. La fede in Gesù di Nazareth innalza la nostra ragione e la eleva sino a raggiungere la pienezza della verità, la pienezza della parola divina, che è luce e conoscenza, libertà ed esistenza.

LA  SAPIENZA DI UOMINI SEMPLICI E  IGNORANTI – A tal proposito Papa Francesco ricorda l’esperienza degli apostoli, uomini semplici, illetterati, privi di ogni sorta di istruzione, ma allo stesso tempo sapienti per aver fatto esperienza di Cristo, per il fatto di aver espresso un deciso e assoluto sì a Cristo. «Non dimentichiamo che gli apostoli erano persone semplici, non erano scribi, dottori della legge, nè appartenenti alla classe sacerdotale. Come hanno potuto, con i loro limiti e avversati dalle autorità, riempire Gerusalemme con il loro insegnamento?» ha detto Papa Francesco durante il Regina Coeli.

SULLE ORME DEL REDENTORE – «È chiaro che solo la presenza con loro del Signore Risorto e l’azione dello Spirito Santo possono spiegare questo fatto. La loro fede», ha detto ancora papa Bergoglio, «si basava su una esperienza così forte e personale di Cristo morto e risorto, che non avevano paura di nulla e di nessuno, e addirittura vedevano le persecuzioni come un motivo di onore, che permetteva loro di seguire le orme di Gesù e di assomigliare a Lui, testimoniandolo con la vita». L’esperienza degli apostoli ci insegna a non temere, a non avere paura di nulla e di nessuno. La sofferenza, la malattia, le persecuzioni, le ingiustizie sono un modo per riconoscere la grandezza di Dio, sono un modo per poter seguire le orme di Gesù nel cammino che va dritto alla salvezza e alla liberazione. Segiuire le orme di Cristo è riconoscere l’appartenenza a Dio: «Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita […]. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra» (Sal, 15 [16], 5; 11).

LA FORZA DELLA VERITA’ – Nella sofferenza, nella persecuzione, nell’umiliazione si è come Gesù nella sua Passione. Si è simili a Lui nel dolore e si deve essere simili a Lui nel rispondere al male con amore, col bene, con la potenza della umanità, con la forza della verità. E il Papa infatti ricorda che: «questa storia della prima comunita’ cristiana ci dice una cosa molto importante, che vale per la Chiesa di tutti i tempi, anche per noi, quando una persona conosce veramente Gesu’ Cristo e crede in Lui, sperimenta la sua presenza nella vita e la forza della sua Risurrezione, e non puo’ fare a meno di comunicare questa esperienza. E se incontra incomprensioni o avversita’, si comporta come Gesu’ nella sua Passione: risponde con l’amore e con la forza della verità».