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C'E' TROPPA LUCE.
RISCOPRIAMO LA MAGIA DEL BUIO 
(di Nicola Simonetti) - La gazzetta del Mezzogiorno

(qui)

Signore, facci luce; ma a tempo opportuno e non troppo forte.
Ben venga lo strapotere della luce del sole, benefica, utile,
espressione di vita, salutare per uomini, animali e cose,
gioiosa. Ma ben venga anche il bacio (contrario del solatio)
che dà, all'ombra arcano calore, misteriosa tenerezza,
favorevole arrmistizio.
Ma la notte, no. Ci vuole giusta dimensione di luce,
appropriatezza per gusstare meglio la vita, l'anima, l'amore,
la poesia. Il buio, il chiaroscuro viene riabilitato perchè
"al buio c'è più sapore".
Il buio aggrega, stimola, rilassa, incanta, emoziona,
rivitalizza sensi sopiti.
"I sensi della distanza hanno tacitato quelli della vicinanza 
(tatto, olfatto, gusto)... Solo favorendo i sensi privati rispetto
a quelli pubblici si inaugura una vera e propria rivincita della
corporeità, dell'intimità" (Roberto Franchini).
Un bacio al chiar di luna o un'attesa "sotto quel fanal" non
sono gli stessi se un faro fa da testimone scomodo.
I lux "sprecati" sulle superfici stradali pesano sull'economia,
sullo spread, sulla salute, sulla persona. I piccoli insetti,
che ballano intorno alle lampade - scrive Biology Letters - non
seguono più il proprio ciclo biologico, si defilano dalla catena
alimentare animale ed umana.
Ci volle un improvviso black out a New York perchè ci si
accorgesse che "La Luna c'è" (come titolava la prima pagina
del N.Y. Times).
Il 10 agosto, chi, in città, vedrà le stelle cadenti e potrà
collegargli il desiderio che, solo così, si realizzerà?
Persino alcune chiese medioevali (non quelle di Bari,
Lecce, ecc...) pensate come sagome emergenti dal buio
grazie alla luminosità propria della pietra bianca,
sono illuminate spietatamente.
Il nostro sistema di illuminazione fa sprecare più del 30%
dell'energia prodotta. 
Lampade mal disposte, globi che "guardano" verso l'alto
invece di luci semiradenti applicate alle pareti degli edifici.
Patiamo l'inquinamento luminoso ed il nostro organismo ne risente.
Ghiandole, cellule cerebrali e sensitive sono in continuazione
stimolate senza tregua.
Noi come polli o mucche, stimolati da luce continua
che crea, ad esempio, squilibrio della produzione di
melatonina con disturbi di sonno ed adattamento,
disfunzioni ipofisarie o dell'ipotalamo, concausa
di dismenorrea-amenorrea e di riduzione della fecondità,
disregolazione degli estrogeni agenti anche su attenzione,
memoria, aggressività. La luce che cervello, psiche e
fisico non s'aspettavano è con noi giorno e notte, altera
senza tregua i ritmi naturali delle cellule, sulla scia di una
deregulation che non ha limiti e non segue l'illuminotecnica.
Ci sono sempre meno posti in cui è possibile godere del buio
o del chiaroscuro e loro emozioni. Serve analisi di dispersione
e abbagliamento, apparati semi cut-off e cut off,
piani di illuminazione, lampioni in grado di emettere il proprio
flusso luminoso là dove serve, adeguato alla destinazione
d'uso, percorsi e areee di camminamento da evidenziare
 in chiave di costumer satisfaction per far risplendere il
business senza abbagliare e danneggiare l'organismo del cliente.
Nel 2008, in Francia, gruppi di ecologisti, muniti di kit
appositi, spegnevano le luci al neon di magazzini tipo
La Fayette.
"Luce, sempre più luce e buio, sempre più buio nella
nostra angoscia" (SHAKESPEARE).