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Alfred ADLER. La conoscenza dell'uomo (27-6-2012) |
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La conoscenza dell'uomo
La Psicologia Individuale Comparata di Adler è una teoria dell'uomo ad orientamento olistico, teleologico e fenomenologico. Essenzialmente pragmatica, ha proposto spunti applicativi in ambiti diversi (psicoterapia, psicologia clinica, medicina psicosomatica,pedagogia, antropologia, sociologia, etc.), e che cerca di fornire modelli di comprensione del comportamento individuale, sociale e di gruppo.
In quanto metodologia finalizzata a cercare di fornire una conoscenza di sé stessi e degli altri, la Menschenkenntnis (conoscenza "pratica" dell'uomo) adleriana propone una griglia interpretativa che utilizza i seguenti criteri:
- ogni essere umano è un tutto unico e indivisibile sia per quanto riguarda il rapporto psiche/corpo, sia per quanto riguarda le varie attività psichiche: la mente, punto di convergenza di passato, presente e futuro, in continuo movimento di trasformazione, non può essere analizzata come un organo definito o separato dal corpo, né si possono esplorare le sue risorse isolatamente, una ad una. Tutti gli elementi della psiche, come gli organi e gli apparati, si organizzano coerentemente con lo scopo cui sono preposti, perciò hanno un senso se interpretati come elementi di un insieme
- è inconcepibile pensare alla vita senza presupporre il movimento e non si può immaginare il movimento senza ipotizzare un percorso diretto verso una meta. Adler ha costruito l’impianto del suo finalismo causale, rilevando, in accordo con l’empirismo, come tutti gli organismi viventi, in maniera adeguata al loro sviluppo e alla loro evoluzione, sono orientati verso la sopravvivenza: per la realizzazione di questo obiettivo è necessario progettare il futuro. Per l’essere umano, la più complessa fra le forme di vita, lo scopo essenziale dell’esistenza è realizzare un futuro più appagante e più sicuro del presente superando gli ostacoli che si frappongono alla sua affermazione
- il primo periodo della vita dell'uomo, più che per ogni altra specie animale, è caratterizzato da una marcata condizione di insufficienza e di insicurezza e da una prolungata dipendenza dagli adulti che appaiono al bambino come più grandi, più forti e più esperti di lui; il dinamismo incessante da una condizione di inferiorità ad una di maggiore sicurezza e stabilità, è guidato da una tensione costante verso una meta ideale che rimane per l'uomo, prevalentemente, inconscia. Tale tensione, attraverso i meccanismi della compensazione e del superamento, diviene una forza propulsiva che guida la vita del singolo e della specie umana in generale
- ciascuno affronta le difficoltà con un diverso grado di attività: chi tende a dominarle, chi a subirle, chi spera di evitarle, chi demanda la loro soluzione ad altri o alla fortuna. Può accadere che l'uomo sottovaluti le proprie possibilità e debba, per questo, essere incoraggiato a realizzare il proprio processo evolutivo
- nell'uomo sono presenti due istanze costitutive, variamente intrecciate fra loro: la spinta a superare l'inferiorità, der Wille zur Macht o "volontà di potenza", e Gemeinschaftsgefühl o "sentimento sociale", letteralmente senso di comunità, bisogno di appartenere, di compartecipare e di comprendere i propri simili. Il senso di comunità può limitarsi al nucleo familiare o al gruppo di origine, ma può estendersi, in modo diverso per ciascuno, alla nazione, alla comunità umana, alla natura, al cosmo
- ogni persona soddisfa le richieste della volontà di potenza e del sentimento sociale secondo una considerazione di questo tipo: "il mondo è così..., io sono fatto così..., perciò...". Non sono le esperienze del passato in se stesse a forgiare la personalità, ma il modo soggettivo in cui esse vengono considerate, messe in relazione tra loro, memorizzate e usate per raggiungere il superamento di difficoltà supposte o reali. Fra l'azione degli stimoli sulla persona e la risposta di questa agli stimoli, si inserisce il Sé creativo, un'istanza che rende significative le esperienze, le modula e caratterizza, le armonizza con ogni altra acquisizione successiva. Così il Sé creativo definisce lo Stile di vita, l'impronta, unica e inimitabile, che caratterizza ogni individuo e nella quale confluiscono i tratti del comportamento, i pensieri, le idee, le opinioni, le emozioni e i sentimenti, risultanti dal compromesso fra esigenze individuali e istanze sociali
- come organi ed apparati si conformano alla funzione cui sono preposti, così gli uomini si organizzano in modo funzionale al "sistema" sociale di cui fanno parte. Basi motivazionali dell'individuo sono i bisogni e i valori all'interno della relazionalità, qualità primaria della psiche. L’assioma adleriano "non è possibile studiare un essere umano in condizioni di isolamento, ma solo all'interno del suo contesto sociale" indirizza e condiziona tutta la dottrina individual-psicologica della personalità. L’attributo “individuale”, che oggi contraddistingue la Scuola, per non generare malintesi, dovrebbe essere affiancato dalla meno consueta qualifica di “comparata”, che in origine completava la sua definizione, con il giusto intento di esprimere il concetto di una individualità psichica unica e irripetibile parte di una struttura comunitaria formata da altre unità psichiche, come questa uniche e irripetibili e tra loro interagenti.
La teoria adleriana della personalità, con pochi concetti basilari (sentimento di inferiorità, aspirazione alla superiorità, compensazione, sentimento sociale, Sé creativo, ...), permette di tratteggiare lo "stile di vita" di una persona, decifrarne sentimenti ed emozioni, comprenderne il comportamento, la visione di sé e del mondo.
Il senso della vita
Se la vita è movimento ed il movimento presuppone una direzione verso una meta, allora il senso della vita non può che essere interpretato come un processo volto al superamento di una condizione di inferiorità, limitazione e insicurezza, percepita ogniqualvolta un ostacolo si frappone al raggiungimento dell'obiettivo. Alfred Adler, quindi, sovvertendo la visione scientifica tradizionale che ricerca prevalentemente le cause dei comportamenti, si volge, invece, ad esplorare la mente ideatrice di un piano di vita, solo in parte cosciente, soffermandosi sulle strategie messe in atto per raggiungere il fine ultimo: la condotta umana viene considerata come una proiezione del Sé nel futuro piuttosto che come esito di eventi preesistenti.
"Ci sono tanti significati dati alla vita quanti sono gli esseri umani ... forse ognuno di questi contiene un margine variabile di errore ... qualsiasi significato che sia anche minimamente utilizzabile non può essere definito completamente sbagliato".
Ciascuno, in modo originale e creativo, inconsapevolmente, definisce quello che ritiene essere il "suo" senso della vita (fama, danaro, stabilità familiare, ...); ciò che accomuna gli intenti di tutti gli uomini è il "successo", cioè il superamento del sentimento d’inferiorità (qualsiasi senso abbia l’inferiorità).
L’aspirazione alla superiorità è la “gara”, che l’individuo indice con se stesso per elevarsi verso la perfezione, riferimento ideale verso cui si tende, ma che è umanamente irraggiungibile. Dietro ogni attività umana c’è una forza fondamentale di base, una spinta da una situazione di minus a una situazione di plus, da un sentimento d’inferiorità a uno di superiorità, perfezione, completezza. Nel movimento ascensionale dal basso verso l’alto, assume un’estrema importanza il “pensiero antitetico”, quel tipo di percezione basato sugli opposti (alto/basso, forte/debole, maschile/femminile, ...) che segna i limiti del percorso.
Per rendere comprensibile il processo evolutivo occorre, però, fornire dei punti di riferimento e tracciare delle coordinate che consentano di rappresentarlo in modo concreto ed operativo; questi punti di riferimento vengono rappresentati da Adler nei cosiddetti tre "compiti vitali":[15] la famiglia, il lavoro, le relazioni sociali.
La famiglia è il primo nucleo sociale in cui la persona si confronta con altri soggetti diversi da sé. Compito della famiglia è preparare il bambino alla vita sociale; il ruolo centrale è affidato alla madre, o alla figura che la rappresenta, che ha il duplice incarico di educare il bambino alla cooperazione ed avviarlo alla socialità insegnandogli ad interagire col padre e con i fratelli. Al padre, o a chi per lui, spetta l'impegno di formarlo circa i tre compiti vitali trasmettendogli l’amore per il lavoro, per la famiglia ed il rispetto per la madre, per i fratelli e per gli amici.
Nell’interazione con i fratelli e con i coetanei, il bambino apprende le regole del gioco della vita fatto di momenti di dominio, che si alternano a momenti di sottomissione, e collaborazioni più o meno facili da realizzare; ciascuno, poi, a seconda dell'ordine di nascita, sperimenterà il rispetto per i fratelli maggiori, la disponibilità con i più piccoli, la tolleranza nei confronti di coloro che sono più problematici.
La rete delle relazioni che si strutturano all'interno della famiglia, secondo caratteristiche specifiche per ciascun nucleo, è definita da Adler "costellazione familiare" proprio per sottolineare il carattere di interdipendenza che influenzerà, significativamente, lo stile di vita di ognuno dei suoi membri. All'interno della famiglia si acquisiscono, quindi, regole e principi che, integrati poi dalle esperienze che si andranno ad effettuare nel corso della vita, rappresentano il sistema di valori di ciascun individuo. La capacità di collaborare/cooperare, assimilata in seno alla famiglia di origine, si esplicherà anche nella relazione con l'eventuale nucleo familiare acquisito con il matrimonio o la convivenza.
Il lavoro è per Adler un altro importante ambito in cui si realizza la capacità di cooperare ed è un'occasione per valorizzare le doti di ciascuno; inoltre, la suddivisione del lavoro garantisce, attraverso le specializzazioni, la soddisfazione dei bisogni della comunità. Nella scelta della professione, grande importanza è attribuita all'opera della scuola che deve saper riconoscere le attitudini di ciascuno ed incoraggiarne la realizzazione. Impegno e responsabilità nella professione sono sempre indici di un buon sviluppo psichico e di maturità personale; il lavoro si attesta, così, anche la possibilità di divenire occasione per educare o rieducare soggetti socialmente instabili. Una vita con buone e ricche relazioni sociali ed affettive è segno di sviluppo armonico della personalità; al contrario, l'isolamento, gli atteggiamenti ipercritici, oppositivi o polemici, denunciano un disturbo nella relazione con il mondo e la realtà. Il sentimento sociale, in quanto parametro per la valutazione della capacità di "percepire" correttamente gli altri, è criterio per misurare anche la "salute" psichica: solo chi sa collaborare, dimostra di possedere un buon giudizio di sé, del mondo e della realtà.
Se lo scopo individuale del vivere è evolvere ed ogni individuo è, per la sua natura sociale, strettamente connesso con le altre individualità, l'evoluzione individuale diviene origine e propulsione per l'evoluzione sociale. D'altra parte, un buon criterio per verificare la validità di un'azione è il suo effetto sulla società: tutto ciò che è socialmente utile è positivo, ciò che conduce vantaggio al singolo, a discapito della collettività, è dannoso proprio perché privo di Gemeinschaftsgefül.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Alfred_Adler
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