E' USCITO IL LIBRO DI D. RUGGIERO
"Mr. ZEUS COLPISCE ANCORA"
(EDIZIONE GIAMBRA EDITORI - 2012)



PRESENTAZIONE DEL PROF. ROBERTO SICILIA

Domenico Ruggiero scrive poesie da circa quindici anni. E’ diventato poeta nell’età piuttosto matura, si direbbe. Ma non è così. Egli è nato poeta, come tutti i veri poeti. Il virus della poesia in lui è congenito, non “acquisito” come nei presunti poeti, nei rimatori, nei letterati di talento…

    Ovviamente questa affermazione non è una semplice enfasi encomiastica. Essa richiede spiegazioni adeguate che possiamo trovare soltanto nei parametri che definiscono l’essenza della vera poesia. I più significativi sono: la consapevolezza e l’ironia.

 

    Mediante la propria consapevolezza Ruggiero ci rappresenta sì le verità esistenziali, etiche e cognitive, con adeguate immagini e metafore varie. Ma al tempo stesso egli, come attore-poeta, si nasconde, si allontana dai contenuti stessi, e riemerge nel mistero dei suoi versi. Un mistero che si pone senza alcuna arroganza o velleità moralistica.

     Un mistero che insegna soprattutto a definire la vita nella sua vera identità: la polarità degli opposti, ovvero dell’immanente e del trascendente. Quindi, un mistero che insegna ad accettare e ad affrontare la vita anche nella sua negatività. Un’accettazione pacata, però, che sa di denuncia. Una denuncia latente che senza alcuna presunzione si rivolge a quelle che sono le più grandi piaghe dell’umanità: l’ipocrisia e la violenza.

     “A volte / occorrono / occhi vigili / per curare / onde malate / ma l’onda militare / ci ha guarito…”. In questi versi troviamo una forma di consapevolezza che ci pone dinanzi all’ineluttabile dramma dualistico tra ciò che “dovrebbe essere”, ovvero l’istanza etica, gli “occhi vigili”, e quella che è la condizione umana sul piano sociale, reale, dominata dall’“onda militare”.

    Anche questi versi contengono la consapevolezza di un altro dualismo che traspare nella sua ineluttabile e assurda identità: “Gioco di carte / che uccide / e carte / che restano in eterno /  a dare la vita”. Purtroppo, si tratta di due elementi sempre presenti nella dinamica storica: l’azione umana che provoca soltanto la morte, la guerra, ecc., e quella che tende a proteggere la vita nella sua continuità.

    “Pianeti e comete / sogni e giocattoli”, anche se significativamente rappresentano dimensioni opposte, per Ruggiero hanno la stessa identità, la stessa valenza sul piano qualitativo. Il bambino continua a vivere nell’uomo, come una semplice cometa è insita nella consistenza di un pianeta.

    Insomma, l’etica che rivela l’arte di Ruggiero non intende colpevolizzare l’uomo, né giustificarlo. Egli, come poeta, osserva la condizione esistenziale dell’umanità  con l’indifferenza solare di colui che comprende l’infinita e ignota dinamica della causalità che si cela dietro ogni fenomeno sia individuale, sia storico, che naturale: ovvero col suo alto livello di consapevolezza.

 

    L’altro elemento vitale della poesia di Ruggiero è l’ironia. L’ironia non è soltanto un atteggiamento, un modo di porsi dinanzi a determinati fatti, a certe verità o menzogne. L’ironia, sul piano artistico, può essere considerata una forma di poesia, la “sorella minore” di essa.

    Tutta la poesia di Ruggiero è permeata da un alito costantemente presente e quasi latente di ironia. Essa non invade i contenuti dei suoi versi, ma ne esalta la valenza significativa, sdrammatizzando tutto ciò che appare nella sua più lesiva negatività.

    Ruggiero non pronuncia affermazioni specifiche riguardo a certi fenomeni  distruttivi, quali i danni che nell’ultimo secolo l’uomo ha provocato al sistema ecologico. Egli dichiara con una luminosa semplicità: “E le rondini / partono / per il sole malato / dell’Africa lontana”.

    Anche la mediocrità non si salva dalla maestria ironica del poeta: “…Saluterò / il mondo e il suo pulcino / e guarderò / la foto di Merlino. / Gioie e dolori / di una vita da mediano…”. E’ meglio vivere in silenzio e soffrire per la propria rabbia o per l’incomprensione altrui, che seguire le banalità quotidiane delle masse.

 

    Per quanto concerne lo stile, come afferma Ezra Pound, l’arte è soprattutto una questione di qualità e non di quantità. Ed è proprio la qualità che domina nei versi di Ruggiero.

    Aliena da ogni forma di prosaicità e di artificiosa elaborazione linguistica, la poesia di Ruggiero può essere definita come un complesso di immagini che  rivelano in maniera lapidaria, semplice e profonda i tre tipi di verità essenziali: etiche, cognitive ed estetiche. Ma sempre gestite e illuminate dai fari della sua Consapevolezza, e quindi dal suo indelebile amore universale.

 

PN, 16-11-12                                                                                                         

                                                    prof. Roberto Sicilia