ODIARE UN LIBRO VUOL DIRE AMARLO
L'Orizzonte degli eventi (di CRISTO')

(a cura di Enrica Simonetti - LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO)

C'era una volta Jim Morrison che gridava a tutti:
" Il mondo è uno schifo e se ti droghi ti capisco,
ma se non lo fai ti ammiro, perché sei in grado di combatterlo".
Quasi ad attirarci verso le sue pagine, gira da qualche tempo
un libro che reca sulla fascetta gialla l'annotazione
"Questo libro è una porcheria".
E' il volume firmato da CRISTO', scrittore e musicista barese
che ha anche un cognome (Chiapperini) ma dice di se stesso
che il nome "è più che sufficiente".
Un autore che per lavoro vive in una mega-libreria e che nel
suo ultimo libro "L'orizzonte degli eventi" (il Grillo, pp. 85,
euro 13), ci trascina in una storia dal sapore post-moderno,
ma anche post-letterario, un viaggio alla Eugène Ionesco
nella vita di un ottantenne malato di Alzheimer che rilegge il
romanzo da lui scritto e non riesce a ricordarlo.
Ha quindi la mente libera per valutarlo e difinirlo "una
porcheria".
Nelle pagine tutto si svolge allo stesso tempo con lentezza
(parole, gesti ripetuti, dialoghi domestici) ma anche con
velocità perché la lettura -o la rilettura- è la vita che scorre via,
è la fine di tutto, anche delle stesse pagine che sono belle
appunto perché possono morire e rinascere.
Una catarsi in una cucina con soggiorno in cui Giovanni
Bartolomeo (l'anziano senza memoria), Davide e Caterina
sembrano protagonisti di una storia reale insieme a
Donatello, personaggio che invece non esiste e si trova
nelle pagine del libro, un uomo di carta, un giovane scrittore
forse, una promessa carica di speranze.
Ed ecco la fine che tocca l'inzio, ecco la scrittura dimenticata
che è pronta a riprendere il viaggio, a ripartire verso
"l'orizzonte", per poi essere dimenticata anch'essa, su una
poltrona, in una casa in cui alberga la vecchiaia.
I riferimenti letterari a David Foster Wallace potrebbero
essere il "manifesto" che l'autore intende proporci, ma non
è solo così. L'apparente nonsense della scrittura è tutt'uno
con quello della lettura: perché si annega nei libri e questo
vuol dire che ci si lascia trasportare. Si annega tra i tanti
titoli, tra i tanti scrittori, ma non per questo motivo la gioia
della lettura -per chi la provi davvero- potrà mai scemare.
La chiave di questo libro sembra proprio l'assurdo:
l'amore impossibile (e quindi infinito) per la pagina scritta.
Altro che porcheria: come Jim Morrison, amiamo la vita
anche se è uno schifo.
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