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Poesie, aforismi, filosofia, foto del mondo, concorsi, matematica, personaggi, UFO. |
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Copyright @ opere di Domenico Ruggiero
- CITARE sempre la fonte.
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Chi è ROSARIO TEDESCO (a cura di D. Ruggiero - 27-06-2012) |
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ROSARIO TEDESCO : UN GRANDE
(d. ruggiero - 27-07-2012)
Il Comune di Agropoli – Gli Occhi di Argo - L’Ass. “Silesia”
presentano
L'ASSEDIO
Il Castello Aragonese di Agropoli
tra Mito e Realtà
Domenica 29 luglio 2012 ore 21:00
Castello Aragonese di Agropoli
Mostra Fotografica Personale di Rosario Tedesco
Ingresso Libero
Vedremo le foto di Rosario Tedesco domenica. Le potremo osservare, ammirare e lasciarci trasportare da esse. Esse ci porteranno naturalmente ad alzare la testa e a osservare la realtà da una nuova angolazione: quella onirica.
Presenza di forme d’ovatta e assenza di tinte attireranno il nostro sguardo e, lasciandoci andare all’immagine, lo stupore sarà pronto ad accoglierci e accompagnarci attraverso un percorso fatto d’inconsistenza e consistenza, spirali e rigide geometrie. Anime fatue e corpi di pietra.
Vuoti e pieni, bianchi e cupi, sfumati d’ocra, a scindersi e, inauditamente, a fondersi. Opposti nell’alto dei cieli.
Contrasti, divergenze, sogno e dura realtà, eppure duro sogno e morbida realtà. Specularità e differenziazione.
Duro sogno come incubo, orrore e invece, ancora, reale illusione, bellezza, meraviglia e, infine, incanto.
Le foto sono sortilegio scorto dalla finestra di una fattucchiera o riflessi catturati dallo sguardo di un bambino attratto dallo zucchero filato da una mano divina.
Davanti all’opera di Rosario Tedesco ragioneremo di trasparenza e di opacità. Come dire di evidenza e d’imponderabile o di moralità e immoralità.
Archetipi e non più stereotipi attraversano i cieli e la terra di questo artista.
Comprenderete le mie parole solo dopo la vista delle foto seppiate di Rosario Tedesco e solo dopo esservi liberati da ogni peso e sovrastruttura terrena e aver raggiunto un nuovo stato di naturalezza, intesa come pensiero spontaneo e stupito.
Librato.
Milena Esposito
OPERE DI ROSARIO TEDESCO - @copiright
ATTENZIONE: ogni abuso sarà punito ai termini di legge.
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MOSTRA del 5 marzo – 21 aprile 2012 – ARRESA [AL] SUBLIME
ALCUNE IMMAGINI E SUCCESSIVA DESCRIZIONE
DELL'AUTORE:
Ad operazione finalmente conclusa, includendo anche la
successiva manipolazione al computer
degli scatti che ho realizzato, posso dire
di avere ottenuto esattamente i risultati
che desideravo ottenere e di poter essere
cosi pienamente soddisfatto.
A riguardare le foto originali, adesso
che le ho definitivamente manipolate
raggiungendo i risultati che mi ero
prefisso di ottenere fin dall’inizio,
posso dire che non le riconosco più come
mie, né tantomeno addirittura come fotografie.
Esse, infatti, non hanno per me
rappresentato altro che un mezzo
come tanti altri con il quale pervenire
al vero fine che mi ero imposto di
raggiungere fin dalla prima volta nella
quale mi era balenata in testa l’idea di
realizzare questo servizio fotografico.
Ossia, non quello di realizzare delle
foto che ritraessero le pietre e le nuvole
più fedelmente possibile a come esse sono
nella realtà, ma che rispecchiassero il più
fedelmente possibile come io me le sono
figurate nel mio immaginario nel
momento in cui ho pensato di ritrarle,
al fine, ovviamente, di far sì che questa
rappresentazione avesse luogo anche nella realtà.
È ovvio che la mia idea di operare la suddetta trasposizione
non si richiama a nessun principio assoluto ed ha un valore del
tutto soggettivo che fa capo unicamente al mio
gusto personale e, quindi, quasi per nulla oggettivo.
Ma quel che conta è che è un valore che
potevo attribuir loro unicamente io e nessun altro
all’infuori di me.
Quel che voglio dire è che se avessi potuto
realizzare quegli scatti con l’ausilio di apparec-
chiature sofisticatissime ed all’avanguardia da
tutti i punti i vista e, soprattutto, se fosse stato un
fotografo “vero” a farli, sarebbero venute
fuori delle foto sicuramente migliori.
Ma non sarebbero state mie, ecco.
Oscar Wilde ha scritto una frase meno
banale di quanto possa apparire di primo acchito:
una delle cause principali a cui si può attribuire
la curiosa convenzionalità di molta della
letteratura dei nostri tempi e senza dubbio
il declino della menzogna come arte, come scienza
e come diletto sociale.
L'Arte inizia con la decorazione astratta, con
l'opera semplicemente immaginativa e gradevo-
le che ha a che fare con ciò che è irreale e non
esistente. Questa è la prima fase. Poi la Vita
viene affascinata da questa nuova meraviglia,
e chiede di essere ammessa nel suo circolo
incantato. L'Arte prende la vita come pane
della sua materia prima, la ricrea, la rimodella
in nuove forme, è assolutamente indifferente
ai fatti, inventa, immagina, sogna e conserva
fra se stessa e la realtà la barriera impenetrabile
del bello stile, del trattamento decorativo o
ideale.
La terza fase è quando la Vita prende il
sopravvento e porta l'Arte fuori, nel suo
territorio selvaggio. Questa è la vera decadenza,
ed è questo di cui noi soffriamo oggi.
L'Arte ha come obbiettivo non semplicemente
la verità ma la bellezza complessa.
L'Arte stessa è in realtà una forma di esagerazione:
e la selezione, che è il vero spirito dell'Arte, non è
altro che un modo per intensificare la superenfasi.
L'Arte trova la propria perfezione all'interno e
non all'esterno di se stessa. Non deve essere
giudicata con un qualsiasi metro di verosimiglianza.
Essa è un velo, più che uno specchio. Sue
sono le forme «più reali dell'uomo vivente»,
suoi sono i grandi archetipi di cui gli oggetti
esistenti non sono che delle copie incompiute.
Ai suoi occhi la Natura non ha leggi, non ha
uniformità. Può far miracoli a suo piacere,
e al suo appello i mostri escono dagli abissi.
Nonostante sembri un paradosso, e i paradossi
sono sempre pericolosi, è vero che la vita
imita l'arte più di quanto l'arte non imiti la vita.
È sempre stato così. Il grande artista crea una
tipologia, e la vita cerca di copiarla, di riprodurla
in forma popolare.
In una parola, la Vita è la migliore, la sola allieva
dell'Arte.
La Vita imita l'Arte più di quanto l'Arte imiti la
Vita. La Vita porge lo specchio all'Arte: o essa
riproduce qualche strano tipo immaginato dallo
scultore o dal pittore, o realizza di fatto ciò che
nella finzione è stato sognato. Scientificamente
parlando, la base della vita - l'energia della vita,
come la chiamerebbe Aristotele - è semplicemente il
desiderio di esprimersi, e l'arte ci presenta
continuamente molteplici forme attraverso le quali
l'espressione può realizzarsi.
La vita si impossessa di esse e le usa anche se
le possono recare danno.
Che cosa è la Natura?Non è la grande madre che
ci ha generato. È una nostra creatura.
È nella nostra mente che essa prende vita
subitanea. Le cose esistono perché noi
le vediamo. Quel che vediamo e come
lo vediamo dipende dalle arti che ci
influenzano. Guardare qualcosa è, molto
diverso da vedere qualcosa.
Non si vede nulla se non si vede la
bellezza della cosa.
Allora, e solo allora, essa acquista esistenza.
L’Arte non esprime nient'altro che se stessa.
Questo e il principio della mia nuova estetica.
Ed è questo, più che la connessione vitale fra
forma e contenuto che rende fondamentale la
tipologia di tutte le arti.
L'Arte più alta rifiuta il fardello dello spirito
umano, ottiene di più da un nuovo strumento,
da una nuova materia che da un qualsiasi
entusiasmo per l'arte, da una suprema passione,
da un grande risveglio della coscienza umana.
Vita e Natura possono a volte essere usate come
materia prima dell'Arte, ma prima che esse
diventino di vero aiuto all'Arte devono esser
tradotte in convenzioni artistiche. Nel momento
in cui l'Arte rifiuta il mezzo immaginativo, essa
rifiuta tutto.
Che la Vita imiti l'Arte molto più di quanto l'Arte
imiti la Vita è dovuto non solo all'istinto
imitativo della Vita, ma al fatto che lo scopo
cosciente della Vita è quello di trovar espressione,
e che l'Arte le offre alcune bellissime forme
attraverso le quali essa può metter in pratica
la sua energia. Ne segue, come corollario, che
anche la Natura esterna imita l'Arte.
Le sole impressioni che essa ci mostra sono
quelle che già abbiamo visto attraverso la poesia
o la pittura. Questo è il segreto del fascino
della Natura, così come la ragione della sua
debolezza.
La rivelazione finale è che la Menzogna,
il raccontare cose bellissime e false, è lo scopo
principale dell'Arte.
Che risulti evidente una manipolazione digitale
successiva della immagini, ritengo sia assoluta-
mente irrilevante nell'economia di questo mio
lavoro fotografico. Mi interessava dare esatta-
mente quell'effetto che non escludo possa
risultare ad un primo sguardo vagamente
artificioso.
Ho lavorato tantissimo sul contrasto,
sulla luminosità e sulla tonalità del colore
che ho aggiunto in fase di post editing alle foto.
Più d'uno mi ha detto che le nuvole son
troppo in primo piano, e prevalgono troppo
sulle mura dell'antica città. Forse... ma non è
affatto scontato che la casa o le antiche mura
della città siano il soggetto delle foto, come
potrebbe apparire di primo acchito.
Capisco che possa dar fastidio come percezione
ma, essendo una percezione, è una questione
del tutto soggettiva a mio avviso.
Quando lavoro alle mie foto mi fermo nel
momento in cui io provo l'emozione più forte.
Non mi preoccupo affatto di quel che potrebbe
pensare un esperto di fotografia o un critico.
Non se è l'atteggiamento giusto, ma so che non
potrei averne un altro.
Per quel che io penso a riguardo, mi ritengo
fortunato. Ovvero, riesco ad avere quello che io
ritengo sia l'atteggiamento giusto in maniera
del tutto naturale. Del resto, è quello che mi
permette di fare quelle che un fraterno, un caro
amico ha definito devo dire mi piace, e rientra
nelle mie intenzioni in effetti.
Ciò che intendo dire è che far prevalere la
nuvola in maniera ossessiva, pone chi guarda
di fronte ad una scelta: eliminare il contesto
o tenerlo dentro, pur non potendo fare a
meno di considerarlo, visto il suo valore da
un punto di vista storico, perchè la nuvola
fa troppo da protagonista.
È esattamente l'interrogazione che avrei voluto
si ponesse chi avrebbe guardato queste foto.
E allora può darsi davvero che le nuvole
prevarichino troppo il resto.
Ma credo, ripeto, sia questa una questione
puramente soggettiva.
Comprendo che chi guarda avrebbe maggior
godimento se gli fosse concesso di passare alla
nuvola senza che qualcuno - nel caso specifico
il sottoscritto - lo accompagnasse.
Ma volevo che egli subisse la medesima
fascinazione che io subii io il giorno in cui
mi recai nel sito archeologico di Novi Velia
per fotografare i resti delle antiche mura delle
città e dovetti gioco-forza arrendermi al sublime
spettacolo che mi si offriva volgendo il mio
sguardo al cielo.
O, in altre parole, dovetti non solo prendere
atto della mia Arresa al Sublime - sublime
arresa!- ma volli anche immortalarla a
Rosario Tedesco
Oscar Wilde, da "Il Declino della Menzogna:
Una Protesta", 1889
Ergo, quel che deve fare un fotografo, come ogni
altro artista, è creare delle cose belle, e non
necessariamente ritrarre il più fedelmente
possibile delle cose belle per restituirne la
Bellezza oggettiva. Per la semplice ragione che
l'idea stessa di bellezza oggettiva non può far
capo a nessun principio assoluto o dato una
volta per sempre.
Egli, quindi, non deve restituirci la bellezza in
sè - concetto astratto almeno quanto lo è il suo
esatto opposto - che hanno i soggetti che
ritrae - ma deve comunicarci attraverso il
linguaggio che usa attraverso le Immagini quale
è la Sua Idea di Bellezza.
Altrimenti, almeno a mio parere, non è un
artista, ma solo un fotografo.
Un artista è a priori e, direi, per definizione stessa,
un manipolatore.
Un fotografo, quindi, perché sia anche un artista,
dev’essere un manipolatore.
Ora, che la manipolazione egli la eserciti al
momento in cui fa lo scatto o in quello
successivo nel quale visiona la foto che ha
ottenuto e valuta come e cosa può fare per
migliorarla perché essa rispecchi il più
fedelmente possibile la Sua Idea di Bellezza,
a mio parere, non fa alcuna differenza.
Mi sbaglierò, ma è esattamente quello che penso.
Credo che nell’Arte il fine giustifichi sempre
e comunque. Anche perché il fine è tutto quello
che resterà nonché sopravvivrà non solo
all’artista, ma anche e soprattutto a chi lo
ha criticato in positivo o in negativo
per la sua tecnica di lavoro, a chi ne ha
decretato il successo o a chi lo ha stroncato,
a chi lo ha adulato o a chi lo ha disprezzato,
ed anche a chi come me ha tentato di
teorizzare su chi abbia ragione o torto
in questa eterna diatriba.
Rosario Tedesco, “Dell'Aura e Dell'Arte
della Manipolazione”
Estratto da “Wikipedia”
L'Estetica del Sublime studia il fenomeno in
relazione agli effetti che l'opera esercita sull'ani-
mo umano, anziché occuparsi della sua intrinseca
natura. È un'estetica che supera la concezione
tecnicista del Bello e la sua aspirazione a definire
canoni oggettivi. Il Settecento è il secolo in
cui il concetto di Sublime venne posto tra le
questioni fondamentali dell'estetica.
Tale ricerca sarà sviluppata in modo organico
nel XVIII secolo da Edmund Burke, che nel 1757
pubblica il trattato "Indagine sull'origine delle
nostre idee di sublime e di bello”, sostenendo
per la prima volta il primato del Sublime sul Bello.
Nell'idea di Burke il concetto di Sublime è
correlato e contrapposto a quello di Bello.
È Sublime "Tutto ciò che può destare idee di
dolore e di pericolo, ossia tutto ciò che è in un
certo senso terribile o che riguarda oggetti
terribili, o che agisce in modo analogo al terrore", il
sublime può anche essere definito come
"l'orrendo che affascina".
La natura, nei suoi aspetti più terrificanti,
come mari burrascosi, cime innevate o eruzioni
vulcaniche, diventa dunque la fonte del Sublime
perché "produce la più forte emozione che l'animo
sia capace di sentire",
un'emozione però negativa, non prodotta dalla
contemplazione del fatto in sé, ma dalla
consapevolezza della distanza insuperabile che
separa il soggetto dall'oggetto.
poi grazie all'esperienza del sublime la propria
superiorità: in quanto unico essere del creato
capace di un agire morale, egli è collocato al di
sopra della natura stessa e della sua grandiosità.
Riallacciandomi a quanto finora evidenziato
appare più chiara la spiegazione delle foto da me
stesso fornita nella scheda tecnica dell'opera fra
queste che è stata scelta perchè fosse esposta a
Pontecagnano Faiano nell'ex tabacchificio
Centola. Luogo dove ha sede il Padiglione
Italia della 54. Esposizione Internazionale
d'Arte della Biennale di Venezia nell'ambito
della mostra denominata "Lo Stato dell'Arte:
Campania" che è stata inaugurata il 29
settembre del 2011 e si protrarrà fino al 10
gennaio del 2012, a cura di Vittorio Sgarbi.
La foto ritrae parte di una delle porte
dell’area archeologica di Novi Velia che
si apre come un sipario su di un cielo
denso di nubi bianche minacciose.
Il tema centrale della foto è l’abbandono a
cui (si con)cede chi parte con l’intenzione di
fare delle mura della città il soggetto
della foto e finisce per arrendersi al Sublime
spettacolo che gli viene offerto in quell’istante
dalla Natura che opera una fascinazione
superiore a quella pur visibile, palbabile
ed ineluttabile del Tempo che ha agito
su quelle pietre che di fatto rappresentano
una delle ultime testimonianze ancora
integre e intatte di una città fondata nel 540 A.C.
Se posso aggiungere una ulteriore
considerazione, ritengo in tutta franchezza
- mai disgiunta all'umiltà - che la più
intima bellezza di queste foto stia nel
contrasto tra la sensazione di Eterna Pace
tramandata dalla pietra e l’irrequietezza che
trasuda dalla forma dinamica delle nubi che vi
si precipitano addosso, fotogrammi di silenzio
e attesa che già pregustano il sapore agro dello
scontro, dipingendo sfumature minacciose in
allegorie di presagi.
O almeno tale è la mia percezione a riguardo.
Non credo nella parafrasi della Ragione
Artistica, poiché infinita, ignota persino
all’artista e comunque intraducibile.
Al di là di questo, da sempre mi dona
piacere il contrasto continuo che c'è tra
apollineo e dionisiaco che io personalmente
rilevo, tra le altre cose, anche in queste foto.
Da un lato l'abbandono al cospetto della
maestosità delle nuvole e dall'altro la certezza
di una data, quella dell'Apocalisse.
Contacts & credits
E-mail: rosariotedesco@hotmail.it
Tel.: 3471950211 3336144841
Facebook: Rosario Tedesco
[The Catcher In The Sky]
Grazie a: Cristina Orrico, Giuliana Raimondo,
Fondazione Alario, Foto Extracolor Salerno,
Prof. Pasquale Persico, Francesca Ludovico,
Roberto Vitolo, Nicola Arrighi,
Vittorio Sgarbi.
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Biografia Essenziale
Fino all’età di 27 anni ha svolto saltuariamente diversi lavori di manovalanza che ha abbinato all’attività di musicista e di cantante di blues esibendosi nei locali notturni del salernitano e dintorni.
In questi anni ha coltivato la sua passione per le lettere e la filosofia leggendo in maniera onnivora e stacanovistica tutto quello che si è sentito chiamato a leggere, tra cui le opere omnie di Shakespeare, Wilde, Proust, Schopenhauer, Kafka, Camus, Cioran, e Carmelo Bene, fino a provarsi anch’egli come scrittore, e scoprendo di avere quella che viene comunemente detta vocazione.
Per ognuna di queste letture ha prodotto un’opera parallela ed, in un certo senso, critica s-montando e ri-montando letteralmente i libri dei suo autori prediletti per partorirne degli altri a cui apponeva la sua firma accanto a quella dell’autore, preda dell’ossessione-illuminazione della Sintesi, ergo, di doverle liberare dal “superfluo”, nonostante fossero dei Classici, quindi, per definizione, Intoccabili.
Dal 2002 al 2004 ha curato la pagina della cultura in due giornali diffusi nel Pontecagnanese, sua terra d’origine, Il Ponte e Diogene, occupandosi in modo specifico di poesia nell’uno e di filosofia nell’altro, entrambe legate al territorio e ai luoghi che ne denotano i tratti più caratteristici e unici.
Nel gennaio del 1997 è stato assunto in qualità di custode, guardiano notturno e incaricato fiduciario presso un casolare che in via di ristrutturazione perché divenisse negli anni successivi un agriturismo.
Ciò è effettivamente avvenuto nell’aprile del 2003, ed il casolare in questione ha preso il nome di “Masseria Casella” dove egli ha lavorato fino al dicembre del 2009 sempre con la medesima qualifica.
Nei primi sei anni in cui ha lavorato in qualità di custode, data la grande quantità di tempo che aveva a disposizione, ha approfondito il suo amore per la filosofia e si è dedicato anima e corpo alla scrittura trovando un suo stile, perfezionandolo e realizzando diverse opere di stampo filosofico e letterario che non ha però mai provato a pubblicare non avendo ancora apposto a nessuna di esse la parola “Fine”.
In questi anni, ha lavorato, silenziosamente, segretamente, ininterrottamente e contemporaneamente a dieci romanzi epistolari autobiografici, a sedici raccolte di pensieri, riflessioni, aforismi, massime, sentenze, istantanee, idee, citazioni, frasi memorabili, lettere, messaggi, diari, frammenti di dialoghi appuntati ed archiviati con meticolosa cura, ed a diverse opere brevi in buona parte di stampo saggistico.
Attualmente sta lavorando al diciassettesimo di questi nonché ad altri 8 testi, tra saggi, raccolte di saggi, aforismi, e pensieri, raccolte di lettere e di messaggi non inviati, e l’ennesimo romanzo epistolare autobiografico, ad ognuno dei quali ha posto la parola “Fine” solo in via provvisoria.
Nei sei anni successivi si è sempre più avvicinato al mondo di internet fino a decidere di utilizzarlo come veicolo per imporsi all’attenzione dei più in quanto filosofo dilettante, e autore di un’opera alla quale ha lavorato in segreto per tanti anni ed alla quale lavora tuttora.
Pian piano questo suo interesse si è trasformato in passione ed ha iniziato ad avere sempre più dimestichezza col linguaggio HTML fino a costruirsi da solo nel giugno del 2007 il template di un blog dal titolo La Voce di Narciso, con il quale ha riscosso un discreto successo che è andato sempre più aumentando col tempo fino a dargli una certa notorietà nel web, e non solo, convogliando in quest’attività tutte le passioni e le competenze che ha acquisito, coltivato e maturato negli anni nei quali la Ricerca del Vero e del Bello sono stati i principali cardini su quali ha impostato la sua vita.
Parallelamente ha coltivato la sua passione per la fotografia, che ha unito all’apprendimento di programmi di manipolazione digitale delle immagini, su tutti Photoshop e Jasc Paint Shop Pro.
Nel gennaio del 2004 è stato contattato e poi successivamente ricevuto da Vittorio Sgarbi, il quale, avendo letto la sua storia attraverso una lettera che gli aveva inviato e alcuni stralci della sua opera filosofica si è interessato al suo caso ed ha voluto stringere amicizia con lui.
Da allora si tiene in contatto con costui, non solo per informarlo della sua opera, ma anche per via di una battaglia che condivide con lui: quella che riguarda la protezione e la salvaguardia della Bellezza su tutto il territorio nazionale, segnalandogli all’occorrenza chi minaccia di deturparne e sfigurarne i luoghi più belli e caratteristici, quelli che fanno dell’Italia una vera e propria nazione-monumento.
Nel 2007 ha interpretato nel ruolo del protagonista “Codice Egizio” un film-documentario improntato sulla figura del Conte di Cagliostro e sulla Napoli misterica, con la regia del giornalista salernitano, fotografo, nonchè studioso di esoterismo e di magia, Mariano Iodice.
Nel settembre del 2011 è stato aggiunto in extremis alla rosa degli artisti che esponevano alla Biennale d’Arte Contemporanea nel Padiglione della Campania adibito nell’ex tabacchificio Centola di Pontecagnano nella sezione fotografia, nell’ambito di una mostra denominata “Lo Stato dell’Arte in Campania” per volere di Vittorio Sgarbi il giorno stesso in cui ha preso visione di una serie di foto realizzate nel sito archeologico di Velia - l'antica Elea - nelle quali, a dispetto di quanto possa apparire ad un primo sguardo gettato alle foto, protagonista indiscusse sono le nuvole che sovrastano le antiche mura di una città fondata nel 510 A.C, e che sono e restano il soggetto in assoluto da egli prediletto.
Tra le altre cose, in un delirio di onnipotenza, di autoreferenzialità e di autocelebrazione che, del resto, non ha mai rinnegato né sminuito più di tanto- seppur lo abbia fatto - alla fine del 2002, ossia, a conclusione di quello che ha definito – facendo eco a Leopardi - il Tempo degli Scritti “Matti e Disperatissimi”, si è del tutto arbitrariamente autoassegnato la Laurea Honoris Causa in Filosofia dell’Esistenza - senza, del resto, informarne nessuno - con la seguente motivazione:
Per l’Ostinazione, la Perseveranza e la Facoltà Disumana con le quali ho saputo richiamare, decifrare, illustrare, elencare e immortalare una volta per una tutte a Futura Memoria le Verità alle quali la il Caso, le Circostanze e il Destino mi hanno consentito di accedere, prelevandole dall’Unica Fonte dalla quale (non solo per me ma per chiunque altro) è possibile attingere Vera Conoscenza, consultando il solo Libro che (non solo a me ma a chiunque altro) è dato di leggere (o rileggere che dir si voglia) – indifferentemente dal fatto che si scriva o che si legga nel corso della propria vita o che si abbia intenzione di fare l’una e l’altra cosa una volta Illuminati - spinto da null’altro che dal desiderio e dalla necessità di farlo:
Me Stesso
Per aver imparato (ed essermi disfatto di) ciò che so.
Per esser diventato (ed essermi disfatto di) ciò che sono.
Ritrovando Tutto il Tempo Perduto..
Proust docet.
Rosario Tedesco
MOSTRE
29 settembre 2011 – 10 gennaio 2012 - ARRESA [AL] SUBLIME
54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia 2011
Padiglione della Campania – Ex Tabacchificio Centola - Pontecagnano-Faiano
8 dicembre 2011 – 8 gennaio 2012 – ARRESA [AL] SUBLIME
ICE CAMP – Fornace dell’Ex Salid – Parco dell’Irno - Salerno
10 febbraio – 16 febbraio 2012 – [CONDI]VISIONI CARAVAGGESCHE
BAR CAPRI – Battipaglia
17 febbraio – 25 febbraio 2012 – [CONDI]VISIONI CARAVAGGESCHE
NAVAJO PUB – Battipaglia
29 febbraio – 29 aprile 2012 – [CONDI]VISIONI CARAVAGGESCHE
ICE CAMP – Sala Espositiva Comunale – Cava De Tirreni
5 marzo – 21 aprile 2012 – ARRESA [AL] SUBLIME
FONDAZIONE ALARIO per Elea Velia – Sala Gaetanina Alario – Ascea
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Eventuali proposte di lavoro per Rosario Tedesco
o progetti fotografici, contattare alla mail di questo sito ...
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Che una mostra di foto possa illustrare un pensiero, una profezia e dare corpo ad una condizione, lentamente e silenziosamente cresciuta nel ventre del mondo è possibile!
Ecco l’ecografia di un nuovo mondo: ci sembra difficile che un vivente porti un’altra vita dentro di sé? Vediamo ogni giorno che la Donna sgrava un essere simile a se stessa, perché il mondo non dovrebbe farlo?
L’universo è gravido di mondi.
Ogni giorno, ogni ora nascono dei viventi da altri viventi e perché da questa terra e da questo cielo non dovrebbero nascere, dopo lunga gestazione, un’altra Terra ed un altro Cielo?
Ora la Terra è in doglie e si sa che più esse incalzano, più ci avviciniamo alla Gloriosa Rinascita!
Sentiamo tutti che una rivoluzione è in atto e ch’essa prelude a un grande cambiamento, un cambiamento epocale.
Non dobbiamo temere: è inevitabile che tutto questo accada!
Restiamo sereni: ciò ch’è stato profetizzato non è altro che quello che Dio ha pianificato, infatti è scritto ch’Egli non fa nulla senza avvertire prima i Suoi Servi, i Profeti.
Le Loro celesti acquisizioni entrano in circolo e allertano lo Spirito che scorre nel sangue e quell’inquietudine che ci attraversa viene dal nuovo concepimento tra l’Umano e il Divino, concepimento a livello planetario perché coinvolge ogni atomo.
Siamo tutti partecipi della Vita Universale e quando ci coglie il senso di questa universalità restiamo sgomenti, come i piccoli che la madre spinge dal bordo del nido, perché imparino a volare e scoprano la forza delle loro ali e la capacità di affrontare nuove sfide.
Il Nuovo Mondo lo vedremo tale quando la nostra visione sarà mutata, quando la misura di questo sarà colma e tenderemo, spasmodicamente, al Nuovo.
Ecco, sono nelle nuvole i prodromi del Ristabilimento: per alcuni minacciosi, per altri inizio del mutamento della vecchia pelle della Terra, del Cielo e di tutti corpi, ma soprattutto del loro interno.
Una rugiada li rivestirà e canti s’innalzeranno e gli uomini sentiranno contemporaneamente la loro voce interiore alzarsi dal petto, antico maniero ove dimorava lo Spirito dell’Era precedente per lasciare il passo al Nuovo.
Qualsiasi cosa facciamo, l’insoddisfazione segue ogni atto, non sarà più così perché entreremo nell’Era della Certezza. Svanirà ogni timore, ogni titubanza, ogni possibilità di errore, ogni controversia, ogni malattia.
Ognuno saprà che sta facendo la cosa giusta, che quello che dice è compreso da tutti e sta andando nella stessa direzione del Tutto.
Allora l’Armonia comincerà a dare i suoi frutti, perché ognuno produrrà la nota giusta nel Concerto dell’Universo, che tenderà l’orecchio ai vagiti di questo Nuovo Mondo e se ne rallegrerà.
Solo quando il vecchio sarà passato si vedrà la Luce del Nuovo, quando le Dispensazioni del passato giaceranno accartocciate, irriconoscibili, si volgerà lo sguardo alla Luce che viene da Oriente e lo stabilirsi della Nuova Gerusalemme, che scende dal Cielo e allora il potere tornerà nelle Mani dell’Unico, il Solo Unico, Creatore dei Cieli e della Terra che elabora la Sua Creazione, secondo il Suo Volere.
Volere conoscibile attraverso i Suoi Messaggeri che ne anticipano il futuro svolgimento.
Se appena potessimo conoscere un barlume della Grande Luce che incombe sul futuro dell’umanità accetteremo la tragedia che la precede.
Tragedia necessaria, imminente, che vuoterà l’oceano delle false illusioni perché le Acque cristalline di una Nuova Grande Rivelazione hanno irrorato ogni atomo della Creazione.
È già in azione questo Rinnovamento, ognuno ne è partecipe in misura consona alla propria ricettività.
Il Nostro Artista ne ha svelato il divenire nelle Sue foto così esplicative.
Egli è Messaggero del ripiegamento di tutte le ere trascorse e del dispiegarsi del bagliore incredibile, che avanza a grandi passi della Nuova Era.
Oh, Testimoni della Luce di ogni Era, fedeli al Supremo, non siete stati creati che per rendere testimonianza a questo Giorno!
E Voi che ascoltate, non siete tornati che per essere veraci testimoni dinanzi alla storia, di questo Rinnovamento epocale, l’avete accettato nella vostra preesistenza e ora vi viene confermato che tutto sarà travolto prima di essere ricreato.
La vostra vita è chiamata ai fasti di questa Rigenerazione che né il dolore, né il sangue, né l’orrore delle forze reazionarie potrà minimamente invalidare.
Schiere e schiere di Martiri hanno gettato la vita su questo Sentiero, dagli albori della rielaborazione di Questa Creazione.
Educatori sono stati inviati, traditi, perseguitati, immolati, perché non hanno arretrato di un passo dinanzi all’onore della testimonianza all’Altissimo e tutto in funzione di questo Giorno, senza precedenti, oscurato da nubi minacciose: preludio all’infusione totale della Luce.
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